di GIROLAMO DE SIMONE
Dopo un primo volume uscito l’anno scorso, e su questo sito già recensito, ecco ora Music for tales – vol. 2 (Angapp Music, 2022) di Cesare Pastanella, il quale continua nella raccolta di musiche scritte per gli spettacoli teatrali. In questo caso il focus è rivolto a “Il Viaggio di Arjun” e a “Badù, Re anzi Leone” di Lucia Zotti, prodotti dal Teatro Kismet OperA di Bari.
“MUSIC FOR TALES” volume secondo, prosegue con coerenza scritturale quanto già tracciato, in consapevolezza estetica felicemente acquisita, nel precedente disco, e cioè, per dirla con le parole di Cesare: “Musica e ritmi che abbracciano diverse culture, che in questo album vengono combinate e convivono, in modo spontaneo, naturale, fluido” (Cesare Pastanella, nelle note introduttive all’interno del libretto di accompagnamento al disco).
La title-track “Arjun” è tratta dall’omonimo spettacolo, racconto di un adolescente figlio di un cantastorie in viaggio di apprendistato: apre il cd con un’atmosfera gradevole e di felice scorrevolezza melodica. I successivi numeri disegnano la storia del leoncino Badù, strappato all’Africa e venduto a un circo europeo che ne umilia la fierezza e la regalità. Una storia che si chiude però con un lieto fine: il ritorno alla savana e alla dignità. La musica, descrittiva, è felicemente coesa, si mostra efficace nella sua funzione, assume un tracciato che in questi lavori di Cesare Pastanella potrei definire come rispondente a un “programma”, nel senso che a questa parola viene assegnato dalla tradizione classica. Sono da segnalare alcuni ‘insert’ acusmatici registrati da Patanella in un viaggio del 2014 in Senegal.
Ascoltando e riascoltando il lavoro, un cenno va a “Leaving Spirits”, dedicata dall’Autore, con commossa memoria, a “Spiriti partiti tra ottobre e dicembre 2021”, e che qui voglio menzionare: Andrea Cicolecchia, Antonio Molinini, Gabriella Perugini, Dino Leone, Mariella Mangano.
“Buba’s walk” è ispirato e descrive la camminata dondolante di Buba, evidentemente un cane-compagno che amava stare con gli umani ed esplorare nuovi mondi.
“Healing rite” poggia su ritmi afrocubani, visione rituale con un canto di preghiera rivolto alla dea Ochun, divinità yoruba della bellezza e delle acque dolci.
“Party in the savannah”, terzultima composizione di questo secondo antologico di Pastanella, si ispira con bella opportunità a un tema di balafon tradizionale del Burkina Faso, reso in modo eccellente.
Infine, il pezzo di chiusura si intitola “The awakening”: è il brano che preferisco, con quella sua mescolanza acusmatica col canto dei grilli africani, registrati in presa diretta sul posto, e uno scampolo di voce femminile, che chiude un lavoro davvero evocativo. Girolamo De Simone