Aiòn, il nuovo cd di Giorgio Pinardi

di GIROLAMO DE SIMONE

Giorgio Pinardi, dopo il sorprendente disco prevalentemente vocale “Mictlàn” (già recensito in questo spazio web di Konsequenz), si produce in un nuovo lavoro intitolato  “Aiòn”, che prosegue il ciclo “MeVsMyself”, e che inanella nove tracce con sovrapposizioni di sola voce felicemente concatenate, in senso stilistico, discorsivo e logico, con quelle del precedente lavoro. Aiòn è una produzione esecutiva dell’Associazione “Alterjinga”, il cui nome fa riferimento “al Mondo del Sogno, dimensione che gli aborigeni australiani utilizzano per decifrare e definire la realtà”, ed è stato elaborato nello Studio Panidea di Paolo Novelli, ingegnere del suono e co-arrangiatore, il che garantisce una meravigliosa, nitida, resa timbrica in ogni registro e trasmutazione vocale realizzati. 

La copertina del nuovo cd di Giorgio Pinardi

Il progetto, oltre che poeticamente validissimo (e che qui non svelerò se non per minime allusioni, invitando invece all’acquisto del disco) è un ludus che appare consapevolmente radicato nella mescolanza e interferenza tra generi musicali differenti, per citare una frase di Giorgio Pinardi.

La title track “Yelbongura” forma un godibile contrappunto con voci maschili e femminili, con un intermezzo ben ‘panpottato’ di abbellimenti africani. Una tecnica di miscelazione della voce si fonde (o viene generata) con una trasformazione elettronica in effetto di chitarra elettrica nel gaelico “Sgriob”. 

In “Hyggelig” e “Leys”, “intersezione e incontro di energie”, si susseguono senza traumi stilistici in un lavoro che appare complessivamente molto omogeneo, e a tratti stupefacente, proprio perché ogni cosa che si sta ascoltando proviene esclusivamente dall’uso e dal trattamento della sola voce.

Suggestioni da testi e nomi egiziani e greci nelle tracce che seguono, all’insegna di un “feeling lost and in connection with nature”. Nel penultimo brano, “Kamtar”, l’intreccio di voci femminili, si risolve in timbri con una splendida fusione elettronica. In “aPHaSÌa”, che chiude splendidamente il cd, l’elettronica costruisce una texture di sottofondo innestata sul continuum vocale. Un brano a mio avviso davvero vicino alle ultime acquisizioni di trattamento vocale modulare, nel senso di ‘modulazione timbrica delle voci’. Girolamo De Simone