Andrea Riccio: Artic_Akt. Nuovo disco targato KonSequenz

Nota dell’Editore

Andrea Riccio: Artic_Akt. 

Annette Dieudonné: Douze images en courts préludes

Annette Dieudonné [1896/1990 o 1991: sulla data di morte c’è difformità tra fonti pur autorevoli: 1990 secondo la Biblioteca nazionale di Francia, oppure 22 novembre 1991, secondo l’archivio Bru Zane Mediabase (Risorse digitali sulla musica romantica francese)]. 

Allieva di Nadia Boulanger, poi sua amica e, alla scomparsa (1979), anche esecutrice testamentaria, Dieudonné fu compositrice, musicologa e docente al Conservatorio di Parigi. Una foto d’archivio (1959/60) la ritrae, già anziana, con numerosi allievi della Classe di Solfeggio Specializzato. Un manoscritto di Simone Plé (altra compositrice e pianista francese allieva di Alfred Cortot) dedicato al ruolo delle donne nella carriera musicale, illustra l’inizio degli studi della Dieudonné al Conservatorio Nazionale, dove si distinse nelle classi di armonia (Henri Dullier), contrappunto (Georges Caussade, marito della già citata Simone Plé), Storia della Musica (Maurice Emmanuel), Fuga (Paul Vidal), organo (Eugène Gigout). Il manoscritto non manca di segnalare che la Dieudonné, presumibilmente giovanissima, era “organista in una Chiesa di Parigi” e che aveva già scritto più opere, e diverse interpretate con successo. Le sue composizioni, pubblicate  dall’Editore Maurice Sénart, sono purtroppo oggi di difficile reperibilità, ma alcune risultano disponibili alla Bibliothèque Nationale de France. Tra queste, il “Lento”, Pour harpe et orgue (1919); due mottetti col titolo Ave Maria (1925); un Tota pulchra es (1925). Figurano, nel medesimo archivio, numerose revisioni, adattamenti e arrangiamenti da opere di altri compositori. 

Annette Dieudonné con la sua classe di Solfeggio avanzato

Alla morte di Nadia Boulanger, nel 1979, Annette si dedica con dedizione alla catalogazione e conservazione dei numerosi manoscritti. La Boulanger, allieva di Gabriel Fauré (che fu direttore del Conservatorio di Parigi per quindici anni, maestro, tra gli altri, di Maurice Ravel), dopo la morte della sorella Lili Boulanger, non compose più, ma fu al centro della vita musicale internazionale, riconosciuta quale vera conoscitrice dei segreti dell’armonia, e ricercata come insegnante da moltissimi dei compositori che avrebbero lasciato un segno nella storia della musica del Novecento. Fra tanti altri, si citano qui Elliott Carter, Dinu Lipatti, Leonard Bernstein, George Gershwin, Egberto Gismonti, Astor Piazzolla, e persino jazzisti come Herbie Hancock, produttori pluristilisti come Quincy Jones, minimalisti come Philip Glass. La Dieudonné, quindi, quale allieva della Boulanger, frequentò o incontrò musicisti eccelsi e di provenienza eterogenea.

Tra i suoi brani più importanti per cifra poetica e capacità di sintesi musicale, vi sono le Douze images en courts préludes (pubblicate nel 1922), ora (2024), vale a dire dopo più di un secolo, presentate in prima esecuzione discografica mondiale da Andrea Riccio (ne esiste una versione anche su You-Tube, che risente della compressione audio). I titoli delle Images sono descrittivi [La promenade sentimentale, La Belette, Le cours d’eau tranquille du jardin, La cage aux deux perruches, L’allée des Cyprès, Berceuse, La volière, Le pauvre de l’Église, Clown, La Vieille Voiture, Cloches d’un matin de Fête, Les chemins clairs], ed evocano effettivamente le atmosfere proposte nelle miniature, qui rese con magnifico e intimistico pianismo da Andrea Riccio. 

Il genere aforistico è tema di complesso svolgimento: ha necessità d’essere esplorato e compreso in profondità, soprattutto quando si è in presenza di composizioni che durano davvero una manciata di secondi. E invece, all’ascolto di questa world premiere recording di Riccio si può constatare come Egli riesca a trasmetterci l’omogeneità e la godibilità dell’opera nonostante la varietà e brevità dei singoli brani.

Andrea Riccio (particolare) – Foto tratta dal Booklet del cd

Robert Schumann: Kreisleriana  op. 16

Robert Schumann. Una parola ulteriore è sempre possibile pronunciare anche su brani noti e molto eseguiti. La Kreisleriana di Schumann è ispirata ai racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822), grande scrittore nato a Könisberg (città natale di Hamann e Kant…), meno conosciuto come musicista. Invece Hoffmann si dedicò intensamente alla composizione e al pianoforte, tanto da confessare, in una lettera del 1795: “Dovrei disperarmi senza il mio pianoforte – questo mi reca ancora conforto nel mezzo della tempesta dei miei mille sentimenti tormentosi”. Tra i suoi riferimenti musicali, oltre ai Bach, figura anche il Mozart del Don Giovanni, che gli inietta forse il seme del genere fantastico. Legge Goethe, visto che scrive un Mottetto tratto dal Faust. Studia il diritto, ma viene salvato dalla musica e dalla scrittura. Uno sdoppiamento dal quale nasce forse la complessità di Kreisler, alterego letterario di Hoffmann e personaggio dei suoi racconti. 

“Kreisler, scuotiti! Lo vedi il bianco spettro dagli occhi sfavillanti, con le mani ossute protese verso di te? È follia…. Ah, infame, hai calpestato tutti i fiori, non più un filo d’erba cresce in questo deserto di morte…”…: il tema della follia e della morte entra violentemente nella vita di questi grandi uomini, segnandola per sempre. E tuttavia, sempre riappare il pianoforte: “Kreisler sedette al pianoforte, attaccò col pedale un accordo pianissimo, e mentre il suono vibrava, estinguendosi,  disse: Cos’è questo strano, magico fruscio intorno a me? È un battito d’ali invisibile… Sono alati spiriti soavi… mi hanno offerto una superba corona, ma i diamanti sfavillano delle mille lacrime che piansi, e nell’oro scintillano le fiamme che mi divorano. Sii saldo, mio cuore! Non spezzarti al contatto del raggio ardente che mi trapassa il petto…”. [Per le citazioni da E.T.A. Hoffmann sono state usate più fonti. Tra queste, gli scritti di C. Bolzan e di F. Grasso].

La Kreisleriana di Hoffmann diviene modello di quella di Schumann, e, se si è capaci di riconoscere i fili fantastici che esistono tra il modello e la sua trasposizione musicale, si trova una chiave di lettura dell’opera che ne trascende la mera tecnicalità. Il suono che se ne deduce è visionario. Nell’incisione proposta, stille di ghiaccio e ritmiche serrate s’alternano a deliqui dell’anima, ad agogiche misurate e disponibili al… riascolto. È una sinestesia degli affetti. 

Il riascolto è il segreto per penetrare le fibre nascoste, intime, di questa interpretazione di Andrea Riccio. Una parola ulteriore sempre possibile.

Roger & Brian Eno – Andrea Riccio: Blonde
Brian Eno – Andrea Riccio: By This River

Brian Eno è sempre sfera d’abbondanza. Suoni e geometrie di luce/colore passano dalla sfera interiore a quella del paesaggio sonoro. Insieme costituiscono il Deep Listening, l’ascolto profondo che è tipico dei cercatori [com’è noto, Deep Listening è la tecnica di ascolto e composizione proposta da P. Oliveros, e titolo di un suo importante lavoro]. 

Le geometrie interiori trasformano il semplice ascolto esterno in altro e… di più: è vero che l’andare muta i camminanti. Negli occhi, luci di riflessione e duplicazione. Un suono/colore che scivola sul volto e sulla pelle, flusso di riconoscenza e riconoscimento. Rimbalzo che genera senso e metaxu, il senza/con, uno spaesamento. Spostamento d’asse con meraviglia. 

Andrea Riccio trascrive e ricrea al pianoforte, ma è come se disegnasse il cosmo. Apprende e rigenera, per trasferirci questi brani in autenticità. Una musica generativa che, profondamente, ci cambia. [Girolamo De Simone]

 Andrea Riccio: Artic_Akt [ Konsequenz – KNZ027].

Il Booklet: il disco è accompagnato da uno splendido Testo del concertista Lorenzo Pone.

Le immagini sono di Dario De Simone e Simona Valente.

La grafica è stata curata da Gennaro Giamundo.

Distribuzione internazionale: https://www.soundohm.com/

Altri materiali: www.incantesimodellasoglia.com 

Neapolitan New Music è un brand Konsequenz.

L’immagine del logo è di Francesco De Simone