Successo per il pianista Andrea Riccio a Villa Pignatelli

di Paola Troncone

Anche quest’anno il Museo partenopeo di Villa Pignatelli e il suo parco hanno fatto da cornice a iniziative tanto valide quanto coraggiose, sfidando la precarietà con cui stiamo con fatica convivendo. In particolare, abbiamo assistito quest’anno ad una collaborazione tra la consolidata Rassegna Cinematografica “Doppio Sogno”, a cura della Galleria Toledo diretta da Laura Angiulli [i credits completi appaiono in calce all’articolo n.d.r.], e il progetto Eclettica 2.2, curato da Girolamo De Simone

Questo progetto, di cui i due concerti svoltisi nel mese di luglio hanno costituito un’anteprima, è dedicato alle molteplici declinazioni della musica contemporanea, con il fine di ricordare simbolicamente i 40 anni di “Avanguardia e Ricerca Musicale a Napoli negli anni ‘70”, la  rassegna che si tenne, per l’appunto, a Villa Pignatelli nel luglio del 1981, ad opera del compositore partenopeo Luciano Cilio

La scrittura compositiva di questo importante musicista scomparso nel 1983 a poco più di trent’anni e della cui opera De Simone è stato il principale divulgatore e depositario – aprendo potremmo dire un vero e proprio ‘caso Cilio’ –,  può essere definita come ‘fisica’ e al contempo ‘eterea’, capace di affrontare l’idea di silenzio ma anche di riempire uno spazio nel tempo. Ebbene, il linguaggio ‘arioso e multisegnico’ di Cilio, come lo definisce De Simone, fa da sfondo, anzi è collante per il programma ascoltato il 16 luglio, ‘eclettico’ nella proposta e nel titolo (“Centro d’Astrazione”)  che gli ha dato il giovanissimo interprete, protagonista della serata.  

Andrea Riccio, napoletano, classe 2001,  già  apprezzato dalla critica quale ‘virtuoso del pianoforte’ e vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali, ha studiato con Dario Candela e con lo stesso Girolamo De Simone, per poi diplomarsi col massimo dei voti nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Segue attualmente il master a indirizzo concertistico del prestigioso Mozarteum di Salisburgo.

È lo stesso Riccio che, in una conversazione privata, ha esplicitato le sue intenzioni. L’intero programma ruota intorno a un concetto chiave, indicato nel titolo, che rende omaggio al ‘Centro di Gravità Permanente’ che dà il nome al brano di  Franco Battiato, ma, più in particolare, vuole evidenziare come il ‘centro’ cui rimanere ancorati sia la ricerca continua di ‘astrazione’, intesa come lavoro incessante di interpretazione e  di riflessione sul materiale sonoro.

Prestando dunque attenzione a questa “traccia”, ne abbiamo seguito il filo conduttore nei vari brani ascoltati. Perciò, Astrazione possiamo trovare nel brano (Capriccio) di un Johann Sebastian Bach non ancora ventenne, dedicato alla partenza del fratello maggiore arruolatosi come oboista nell’esercito di Carlo XII di Svezia. Le varie idee di questo racconto musicale frazionato in sei sezioni (quasi una Serenata Descrittiva) non seguono, come nelle composizioni bachiane più mature, forme rigorosamente definite; al contrario, sono sviluppate in maniera  decisamente non convenzionale, facendo prevalere, di contro agli imponenti impianti delle grandi Toccate e Fughe bachiane, un carattere miniaturistico.     

A sua volta, Astrazione pervade Jatekok (Giochi),del novantenne compositore ungherese György Kurtág, in cui i brani sono come degli aforismi, piccoli pezzi di visione fanciullesca, che prendono le mosse da Webern, ma anche da Bach, servendosi di una scrittura non atonale ma certamente non tonale.   

E poi, Astrazione possiamo cogliere nell’evanescenza della rivisitazione di Francesco Libetta de La Cura di Battiato come ulteriore omaggio al musicista recentemente scomparso. 

L’ultimo brano eseguito è stata la Kreisleriana op.16 di Schumann. Si tratta, come tutti sappiamo, di  un’opera capitale dell’Ottocento pianistico, strutturata nell’insieme di otto Fantasie che sembrarono difficilissime perfino a un virtuoso come Liszt, e ispirate al bizzarro maestro di cappella Johannes Kreisler nato dalla penna di E. T. A. Hoffmann per le sue novelle. Qui Astrazione può essere intesa quale sistematica interruzione del discorso, non appena la materia viva dello spartito diventa troppo coinvolgente. Astrazione, dunque, come capacità di ‘giocare con le forme’ (per dirla con lo stesso Schumann). Questo frammentismo,  la rottura della dialettica e della linearità del tempo musicale e del racconto, minano alle fondamenta la grande forma sonata classica. La costruzione unitaria, organica e rettilinea si dissolve in una struttura circolare ruotante ma ‘senza un centro’, in cui gli eventi sonori non sono incatenati in una successione, ma, al contrario sono in sovrapposizione, in compresenza, senza né  punto di partenza, né punto di arrivo. 

Possiamo dire allora che tutti gli autori eseguiti in questa occasione sono stati accomunati da una precisa caratteristica – pur nelle profonde differenze cronologiche e culturali – , quella della sperimentazione sulla musica in sé, una musica che non prevede nemmeno la presenza di un pubblico, perché esprime la ricerca pura dell’arte per l’arte.

Andrea Riccio è riuscito a illustrare pienamente le sue intenzioni attraverso una esecuzione da cui è emersa grande lucidità interpretativa, accompagnata da una tecnica robusta e da un suono limpido e pulito.
Paola Troncone

Il pianista Andrea Riccio colto durante il live a Villa Pignatelli dal fotografo Fabio Donato
Doppio Sogno
L’Edizione del 2021 della storica rassegna

Doppio Sogno è un progetto a cura di Lavinia D’EliaLorenza Pensato e Rosario Squillace, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, diretta da Marta Ragozzino e con Villa Pignatelli, diretta da Fernanda Capobianco
Direzione artistica Laura Angiulli
L’Anteprima di Eclettica 2.2 è a cura di Girolamo De Simone
Segreteria Roberta Tamburrelli, Anna Fiorile 
Promozione e comunicazione Lorenza Pensato
Grafica Solimena di Francesco Armitti
Ufficio stampa Galleria Toledo Simona Martino e Sarah Manocchio
Promozione, Comunicazione e Stampa Direzione regionale Musei Campania Diana Savella
Si ringrazia Rosanna Naclerio 

Laura Angiulli, Direzione artistica del Teatro Galleria Toledo di Napoli