Un nuovo libro di Niels Lyngsø sull’esperienza del silenzio
“E poi, come a uno schiocco di dita, nella mia testa è calato il silenzio. Il silenzio assoluto. Niente voci. Niente pensieri. Niente visualizzazioni. Niente sprazzi di memoria, né emozioni, né fantasie. In vita mia non avevo mai provato una pace tanto prodigiosa”. Così Lyngsø nella quarta di copertina del libro appena uscito per Longanesi, Dieci giorni di silenzio. Un viaggio di scoperta interiore. Un libro di 175 pagine, ma di piccolo formato, che si lascia leggere in una notte o in due serate di meditazione e solitudine. Colpiscono alcune intuizioni, che sono peraltro in comune con parte della mistica condivisa da ogni tradizione: “Forse a volte, quando si fa arte – o meditazione – si esperisce proprio questo: il fatto che la coscienza non si possa ridurre alla ‘mia’ coscienza. Per la precisione, nel corso della meditazione appare chiaro che le parole, i pensieri e le emozioni – tutte cose avidamente colonizzate dall’io – non provengono dalla coscienza soggettiva, ma giungono a essa”. Il pensiero corre subito ad altri due libri importanti. Il primo, nella scia delle riflessioni di René Guénon, è La tenebra divina, di Ananda Coomaraswamy (Adelphi). Ananda cita classici del buddismo, e in particolare parla di “uomini del nulla”, dei “comprensori” che appaiono aver raggiunto una saggezza e una consapevolezza fondante, quella del distacco: “e vedi com’è impedito colui per il quale c’è ‘qualcosa’, l’uomo la cui mente è legata ad ‘altri uomini’ ” (Udāna). L’altro libro che ci sovviene, più vicino alla nostra tradizione e ricerca, è La notte oscura di San Giovanni della Croce. Per il grande mistico, “non può apprezzare i piaceri dello spirito di libertà, come la volontà desidera, l’anima che ancora alberghi un qualunque affetto attuale o abituale, intelligenze particolari o altre apprensioni”.
Similmente, Lyngsø ci conduce per mano proprio verso il distacco dai pensieri, attraverso una pratica meditativa esperita in dieci giorni, con tutti i dubbi e le difficoltà che un uomo occidentale, e di successo, può incontrare nel cammino verso l’allontanamento dalle afflizioni mondane. Un volumetto che apre spiragli di senso, e può agilmente condurci al desiderio di approfondire la pratica della meditazione, o, almeno, quella del silenzio. (Girolamo De Simone)