Note a margine dell’incontro di studi e formazione “Daniele Lombardi, Cluster di memoria”, tenutosi il primo dicembre a Napoli al Museo Casa Morra
di Gabriele Montagano
Daniele Lombardi è la liberazione del segno dalla prigione del suono. Dipingeva il suono per sottrarlo al suo destino di legame con ciò che ascoltiamo. La domanda per Daniele era: esiste un modo diverso e possibile per ascoltare ciò che non osiamo ascoltare?
Si può restituire il segno alla libertà e maturità espressiva liberata dal legame materico con il suono?
Negli anni ’80 incontravo Daniele Lombardi al Conservatorio Cherubini di Firenze dove mi recavo per i miei studi sulla Musica d’ambiente. In quegli anni una ricerca per il CNR mi impegnava assieme ad Albert Mayr sulla ridefinizione degli spazi urbani come partiture spazio – temporali. Erano anni meravigliosi passati a sperimentare e trovare risposte a come dare corpo ad una idea di suono. Come contestualizzarlo al mondo che viviamo. A cercare forme estetiche della ricezione che diventassero forme produttive e partecipative della scrittura.
Erano i temi che muovevano lo stesso Daniele nella ricerca di un ascoltatore che si facesse parte attiva del processo compositivo. Di più il suono di Daniele aveva in sé una dimensione etica più che estetica. Ogni suono se visto oltre il consumo e quindi oltre la sua morte ci dice che è un universo di relazioni. Scatena e produce relazioni che cambiano la vita stessa delle persone. Un suono non è mai solo un suono, è un mondo che ci incontra e ci chiede di partecipare ad un nuovo viaggio. È un attraversare mondi per essere…altro.
Gabriele Montagano
Dicembre 2022